Gentili spettatori,
Mi chiamo Mattia, sono un italiano residente a Londra (Regno Unito) da quando avevo 22 anni e lavoro nel settore dell’intrattenimento, principalmente nel campo del cinema, della televisione, della pubblicità, ecc.
Sono anche un blogger occasionale e conduco podcast sul mondo dello spettacolo, principalmente focalizzati sui film.
Scrivo questa lettera aperta per esprimere la mia preoccupazione riguardo al gossip che, grazie alla diffusione dei social media e ai titoli sensazionalistici detti Clickbait, è diventato estremamente popolare ma anche dannoso per la nostra salute mentale e per la società nel suo complesso. Attraverso questa lettera, desidero spiegare i motivi di tale preoccupazione.
Prima di cominciare, vorrei fare una premessa:
• Questa lettera non è indirizzata solo a coloro che leggono il gossip, ma soprattutto a coloro che lo scrivono e lo diffondono. Pertanto, mi rivolgo alle numerose redazioni di giornalisti, pagine/profili social e blog che sono coinvolti nella creazione di tali articoli.
• La mia critica non ha l’intento di boicottare o insultare; personalmente credo nella libertà di parola e di scrittura, quindi ognuno ha il diritto di scrivere ciò che desidera. Tuttavia, spero che il mio punto di vista possa contribuire a evidenziare il problema che sto sollevando e a trovare un compromesso.
• Non intendo accusare o denunciare tutti i media, ma piuttosto coloro che traggono profitto dalla creazione di discussioni inutili. La mia è una critica costruttiva che mira a spiegare i motivi della mia preoccupazione mediante esempi concreti e spiegazioni su come la scrittura e la lettura di tali articoli stiano rovinando la vita delle persone. Cercherò anche di spiegare, basandomi sulle mie esperienze personali, come il mondo dell’informazione stia sfuggendo al controllo.
• Per quanto non vorrei prendere posizioni politiche o puntare il dito contro qualunque idea, esprimerò alcune critiche riguardo al “perbenismo” (conosciuto come “wokeness” negli Stati Uniti) e allo stesso modo anche al fascismo e altri movimenti opposti. Inoltre, menzionerò i movimenti progressisti come il Femminismo, il #MeToo, le LGBT+ e la Black Lives Matter (BLM) mettendo in chiaro che non sono contrario a questi gruppi; anch’io sono una persona progressista che cerca giustizia, pari opportunità, diversità e un mondo equo per tutti. Quindi, vi prego di evitare di etichettarmi in base a quello che vado a scrivere. Non sono qui per fare propaganda, ma almeno prendere una posizione che è più razionale. Vi prego inoltre di leggere l’intero articolo prima di trarre delle conclusioni.
• La mia lettera non fa distinzioni di età, razza, orientamento sessuale, politico o religioso. Mi rivolgo a tutti coloro che sono coinvolti in questo fenomeno.
• La mia critica al gossip si concentra principalmente sul mondo dello spettacolo, in cui lavoro personalmente. Sono consapevole dei veri problemi che il mondo sta affrontando e che ci sono grandi scandali come quelli di Harvey Weinstein, Jeffrey Epstein o varie celebrità attuali. Ritengo che tali argomenti debbano essere trattati, discussi e divulgati.
• Per rispetto, eviterò di menzionare nomi specifici, ma userò esempi e immagini di post che mi sono trovato tra i suggerimenti per sostenere le mie argomentazioni. Gli unici che voglio menzionare e ringraziare sono le pagine di: Baitman – Il giustiziere del clickbait e Giornalisti che non riescono a Scop@r per autorizzarmi a prendere immagini condivise da loro.
Quindi iniziamo:
Lavorando nel mondo dell’intrattenimento, leggo molti giornali e pagine social che trattano di film, fumetti, anime/cartoni animati, serie TV e tutto ciò che riguarda la mia passione.
In quanto stagista/assistente di produzione su diversi set, trovo utile leggere articoli che forniscono informazioni interessanti sul dietro le quinte. Queste risorse non solo mi aiutano nella ricerca di lavoro, ma mi offrono anche consigli su serie e film da guardare.
Pertanto, desidero ringraziare coloro che mi tengono informato in modo appropriato.
Tuttavia, oltre a queste informazioni utili, ho notato che molti media si occupano anche di notizie di gossip, ed è proprio di questo che desidero parlare.
Mi rendo conto di sembrare ipocrita nel dirlo, ma ancora oggi leggo molte notizie di gossip.
Come ho già menzionato, non ho nulla in contrario, poiché spesso si tratta di curiosità legate alla vita privata dei personaggi al di fuori delle telecamere e, se sono fatte bene, possono anche essere producenti se tali Gossip aiutano a dare il buon esempio.
Il gossip è sempre stato popolare, anche prima dei social media, ci sono ancora oggi programmi televisivi e riviste che si concentrano sulla vita privata delle celebrità, quindi non è una cosa recente.
Tuttavia, con l’avvento dei social media, questo fenomeno si sta diffondendo rapidamente e la quantità eccessiva di notizie che vengono condivise, commentate e diffuse velocemente sta sfuggendo di mano.




Esempio 2: L’uso eccessivo della parola “Polemica” nei titoli. Non fraintendetemi, è importante riconoscere che ci sono polemiche serie che richiedono un’analisi approfondita e dibattiti significativi. Tuttavia, il termine ‘polemica’ viene spesso abusato per enfatizzare questioni marginali e creare un clima di sensazionalismo. Distinguere tra polemiche serie e superficiali è fondamentale per mantenere un dibattito pubblico informato e costruttivo.
Oltre agli esempi mostrati, avrete sicuramente notato la presenza di numerose notizie i cui titoli sono:
• Twitter è indignato…
• TIZIO si scusa pubblicamente…
• La foto che infiamma il web…
• Scoppia la polemica…
• La folla è infuriata..
• Il nuovo film di SEMPRONIO è sotto attacco…”, e così via.
Perché di questi titoli se ne trovano così tanti?
Inoltre, perché la gente si concentra così tanto su queste notizie fuorvianti e tende a discuterne così intensamente?
Ho notato che quando si parla di gossip, le sezioni commenti di ogni Social Network diventano sempre negative, con commenti arroganti e persone giudiziose nei confronti di individui che nemmeno conoscono, innescando discussioni irrispettose e aggressive.
Oltre ad aver osservato commenti aggressivi, ho notato come tutto ciò ci stia rendendo estremamente sensibili.
È giusto essere sensibili su determinati argomenti, ma la sensibilità che ne esce non è sempre positiva, ma è quella che ci porta a vedere solo il nostro punto di vista e a chiuderci ad altre opinioni.
Ci viene voglia di zittire chi la pensa diversamente da noi, mettendo a rischio la libertà di espressione nella quale credo fermamente.
Con l’avvento dei social media, questi problemi sono aumentati, poiché ora possiamo commentare ogni foto, video e notizia.
Ho notato come nel contesto del gossip, tutto tende a degenerare, anche solo per avere opinioni leggermente diverse.
Mi è capitato di leggere sezioni di commenti in cui alcune persone arrivano addirittura a minacciare di morte, solo perché si parlava dello schiaffo di Will Smith agli Oscar 2022 o della battaglia legale tra Johnny Depp e Amber Heard, o di altre notizie in cui minacce del genere non sarebbero state necessarie.
Questi fenomeni non solo generano caos mediatico, ma alimentano anche il Cyberbullismo (il bullismo che si manifesta online) mettendo più in evidenza i “Troll di Internet” (individui che interagiscono con gli altri attraverso messaggi provocatori, irritanti o fuori tema, con l’unico obiettivo di disturbare la comunicazione e accendere gli animi).

Vi state sicuramente chiedendo:
“Perché non eviti queste notizie? Perché non provi ad evitare i social media o evitare di leggere i commenti?”
Ed è qui che vorrei parlare del fenomeno del Clickbait.
Il Clickbait (come il nome dice) sono notizie “Acchiappa click” che mirano a catturare l’attenzione con titoli fuorvianti che, giustamente, generano commenti, reazioni e condivisioni, portando guadagni a chi le crea.
Questo fenomeno ha molto a che fare il Gossip, che una volta letto, si cade nella trappola e si deve discutere, talvolta in modo inconscio, e altre volte ci ritroviamo ad affrontarle senza nemmeno averlo voluto.
Il clickbait è presente in molte testate giornalistiche professionali, molte volte te le trovi senza volerlo nei suggerimenti di Google o Facebook, ma anche in numerosi blog e pagine social che non sono nate per divulgare notizie.
Ad esempio, mi sono trovato una pagine dedicata ai “Fan italiani dei Simpson” oppure un altra dedicata agli “Amanti della Pasta”, queste pagine improvvisamente mi proponevano notizie sul Grande Fratello, Fabrizio Corona e altre icone del mondo trash.
Altre pagine, inizialmente nate con l’intento di far ridere con barzellette o meme, si sono trasformate nel tempo in veicoli di Clickbait, pagine con milioni di follower che ancora oggi attirano milioni di lettori con tali notizie.
Anch’io, tutt’ora, sono una persona che cade facilmente in questa trappola, ed ero arrivato anch’io a commentare, insultare e lamentarmi costantemente, incolpando la società, il politicamente corretto e le persone che la pensavano diversamente da me.
Non ero in grado di riconoscere i miei difetti né di trovare soluzioni per i veri problemi.
Più leggevo e partecipavo a queste discussioni, più mi sentivo ignorante, disinformato, depresso e molto paranoico.
Ancora oggi, mi capita di avere attacchi di ansia legati a ciò che leggo.
Ad esempio, mi ossessiona l’idea che qualcuno, per ritorsione, possa accusarmi di errori che non ho commesso o di cui non ero nemmeno consapevole.
Sono spesso paranoico riguardo al rischio di essere coinvolto in false accuse con un hashtag #metoo e di essere etichettato come molestatore solo per piccoli comportamenti avuti quando ero ragazzo, nonostante tali comportamenti non siano crimini come lo stupro o le molestie.
Mi assale frequentemente la paranoia che, a causa di un malinteso, la gente possa considerarmi bigotto o che un piccolo errore commesso in passato possa rovinare per sempre la mia carriera, se non addirittura la mia vita.
Mi preoccupa molto l’idea che tutto ciò che proviene da internet sia oggi considerato più credibile della realtà stessa e, poiché siamo molto disinformati su molti argomenti, ho sviluppato la convinzione che le false accuse e il giudizio delle persone siano più spaventosi della morte stessa.

Con questa riflessione, non intendo giudicare i movimenti progressisti, ma è importante riconoscere come anche tali movimenti siano soggetti a un’attenzione negativa attraverso il clickbait.
È innegabile che ci siano stati casi in cui movimenti progressisti come il #MeToo, il femminismo, le comunità LGBT+ e la Black Lives Matter (BLM) siano stati distorti e amplificati dai media, portando a una percezione negativa o equivoca.
La disinformazione e la selezione delle notizie che evidenziano solo gli aspetti estremi o negativi di questi movimenti hanno contribuito a una percezione distorta della loro natura e dei loro obiettivi.
Purtroppo, esistono fanatici ed estremisti che all’interno di questi movimenti ottengono una maggiore visibilità mediatica, amplificando ulteriormente la loro presenza e le loro idee divisive.
Il clickbait e la narrazione distorta possono influenzare la percezione di tali movimenti, creando stereotipi negativi come il concetto di “Woke” e l’idea che il “Politicamente Corretto” sia un regime mediatico.
Tali stereotipi vengono utilizzati dai Fascisti, Conservatori ed altri gruppi politici opposti al progressismo come capro espiatorio.
È noto che il mondo del giornalismo sia polarizzato politicamente e umanitariamente, e molti dei giornali di destra diffondono l’idea della “Woke” e del “PC” come una minaccia radicale, cercando di deviare l’attenzione dai propri difetti e diffondendo disinformazione per fini propagandistici.
Questa tendenza è preoccupante poiché alimenta l’espansione di idee e comportamenti radicali che possono diventare pericolosi sia da una parte che dall’altra, mettendo a rischio i diritti umani e andando contro i principi fondamentali di uguaglianza e rispetto.
Certo, nonostante il mio orientamento progressista moderato, è anche importante ascoltare le opinioni da parte della destra meno radicale e accogliere prospettive diverse per favorire un clima più rispettoso.
Inoltre, è importante ricordare che i movimenti progressisti non sono e né devono essere basati sulla divisione o sull’odio verso categorie privilegiate, ma si devono muovere a promuovere l’uguaglianza, la giustizia e il rispetto per tutti.
So di certo che sono sostenuti da persone con buone intenzioni e ragionevoli che cercano di affrontare le disuguaglianze e portare cambiamenti positivi nella società.
Quindi, è importante promuovere l’ascolto e il rispetto reciproco, includendo anche la considerazione delle posizioni della destra moderata ed è fondamentale sforzarsi di comprendere le idee e gli obiettivi dei movimenti progressisti in modo più ampio, non basandosi esclusivamente sulle narrazioni sensazionalistiche e distorte che si trovano nei clickbait.




Esempio 5: Quando il Clickbait diventa Disinformazione mettendo immagini, titoli o descrizioni ben diversi dai fatti veri.
Ho personalmente assistito, nel mio ruolo di stagista sui set, a diversi episodi in cui giornalisti ci minacciavano o paparazzi tentavano di ricattare la produzione.
Un esempio significativo è accaduto un paio d’anni fa, mentre lavoravo su un set nel centro di una cittadina.
Mi è stato assegnato il compito di bloccare alcune strade per garantire che nessun passante potesse disturbare durante le riprese, tutto regolare e conforme alle norme.
Molti passanti compresero la situazione, ma ovviamente non mancarono le lamentele di altri che, oltre ad insultarmi, presumevano che ciò che stavamo facendo fosse illegale, nonostante io stessi solo seguendo gli ordini che mi erano stati dati.
Inoltre, la produzione aveva pieno diritto di girare la scena in quell’area pubblica, previa autorizzazione del comune locale.
Dopo aver completato il mio compito, mi ci sono volute solo un paio d’ore per rendersi conto che, proprio quel giorno, durante la mia pausa pranzo, controllando Facebook, mi sono trovato tra i suggerimenti una notizia che mi riguardava.
Il titolo recitava: “I residenti di (zona in cui stavo lavorando) sono furiosi per le riprese di…”.
Si trattava di un articolo pubblicato su un sito locale, chiaramente riferito al progetto a cui stavo lavorando e agli eventi cui ero presente.
L’articolo, oltre a criticare la produzione, faceva riferimento anche al presunto coinvolgimento di un membro della troupe “autorizzato a bloccare le strade” in atti di violenza contro i residenti.
Si trattava chiaramente di un articolo falso, mirato a boicottare la produzione, la troupe e persino l’attore/attrice protagonista del progetto.
Fortunatamente, questo articolo è stato pubblicato solo su un blog locale e non ha avuto grande diffusione, dimostrandosi immediatamente una notizia falsa e venendo facilmente dimenticato.
Tuttavia, se tale articolo fosse provenuto da un giornale più autorevole, avrebbe potuto causare un’impressione estremamente negativa sul progetto, sulla produzione e su di noi membri della troupe.

È importante riconoscere che i media possono esercitare un’enorme influenza sulla vita delle persone, specialmente quando si tratta di individui famosi o pubblicamente esposti.
Alcuni di questi casi dimostrano come la pressione mediatica e l’odio online abbiano contribuito a situazioni tragiche, come il suicidio di Caroline Flack e August Ames.
Ci sono invece altre celebrità che hanno avuto la loro vita rovinata dai media a causa di una copertura sfavorevole, scandali o intrusioni nella loro privacy.
Alcuni esempi includono:
Britney Spears: La popstar ha vissuto un periodo difficile sotto l’attenzione dei media, con invasioni nella sua privacy e un controllo eccessivo sulla sua vita personale.
Principessa Diana: La principessa Diana ha affrontato un’intensa pressione mediatica, che ha contribuito al suo stress emotivo e alla tragica fine della sua vita.
Lindsay Lohan: L’attrice è stata oggetto di coperture mediatiche negative durante il suo periodo di lotta con problemi personali e dipendenze.
Amanda Bynes: L’attrice ha avuto una serie di problemi di salute mentale, e la sua vita è stata amplificata dai media, causando un impatto negativo sulla sua immagine pubblica.
Tiziano Ferro: Il cantante italiano ha affrontato una serie di speculazioni sulla sua vita privata, inclusa la sua sessualità, che ha avuto un impatto negativo sulla sua immagine pubblica.
Whitney Houston: La cantante ha avuto una battaglia pubblica con la dipendenza da droghe e alcol, che è stata ampiamente documentata e discussa dai media.
Charlie Sheen: L’attore è stato coinvolto in vari scandali pubblici, inclusi problemi legali e comportamenti controversi, che hanno danneggiato la sua reputazione.
È vero che molte di queste celebrità potrebbero aver commesso errori o aver avuto comportamenti non sempre cordiali, ma è anche importante considerare come l’eccessiva attenzione mediatica possa anche essere la causa di tali atti negativi.
La vita dei personaggi pubblici può essere complessa e la copertura mediatica può avere un impatto significativo sulla loro salute mentale, benessere e reputazione.
È fondamentale riflettere sul fatto che nessuno dovrebbe essere soggetto a un tale livello di attenzione e persecuzione mediatica, indipendentemente dal loro status o dalle loro azioni.
È inaccettabile rovinare la vita di qualcuno o diffondere accuse infondate senza prove adeguate.
Infine, è importante ricordare che nessuno merita di essere spinto alla disperazione o di avere la propria vita rovinata a causa delle opinioni che esprime o delle azioni compiute, naturalmente ci sono limiti alle opinioni e bisogna ricordare che la libertà d’espressione non dovrebbe mai essere utilizzata come scusa per diffondere odio, discriminazione o violenza.



Esempio 7: Altri post in lingua inglese trovati nelle sponsorizzazioni, mostrando come tale fenomeno non è solo diffuso nei Media Italiani, ma anche esteri. Trovo preoccupante non solo il fatto di trovarmi immerso in notizie gossip estere senza nemmeno averlo richiesto, ma anche le reazioni e i commenti spesso provocatori e poco costruttivi che vengono sempre messi in evidenzia e accompagnano tali notizie.
Portando l’argomento su un altra direzione, ci tengo a mostrare questa citazione dell’attore Denzel Washington nei confronti di una giornalista durante un’intervista in cui esprime la sua idea sui media:
“Se non leggi le news non sei informato. Se le leggi sei disinformato.
Qual è l’effetto a lungo termine di troppe informazioni?
Uno degli effetti è la necessità di essere i primi, nemmeno di dire la verità.
Allora qual è la responsabilità che avete tutti (riferendosi alla giornalista); a dire la verità, non solo per essere i primi, ma per dire la verità.
Viviamo in una società ora in cui è solo chi ne parla prima. Chi se ne frega? Tira fuori la notizia. Non ci interessa chi fa male, non ci interessa chi distruggiamo, non ci interessa se è vero. Dilla e vendila.
Diventerai bravo in qualsiasi cosa tu pratichi, incluso a dire “Stronzate”.
Con questa citazione, non intendo certo affermare che tutti gli articoli siano “stronzate”, né voglio costringere tutti i media a scrivere solo ciò che viene considerato importante.
So benissimo che se leggo una rivista di cinema, non mi aspetto di trovare notizie sul cambiamento climatico o sulla politica estera.
Tuttavia, voglio invitarvi a non essere solamente i primi a parlare e a moderare la scrittura di gossip.
Posso capire che molti di voi si sentano costretti a utilizzare il clickbait perché è il vostro lavoro, e comprendo che nel mondo del lavoro non sempre si possono fare cose piacevoli.
Sono anche consapevole che il mondo è un casino, soprattutto negli ultimi anni con la pandemia, le guerre, crisi, disuguaglianze e corruzione, immagino che non sia facile scrivere buone notizie in un contesto del genere.
Inoltre siamo noi, I Lettori, a decidere di leggere le vostre notizie.
Siamo quelli che abboccano e che si esaltano nell’indignazione.
Siamo noi che scegliamo quali pagine seguire e poi ci lamentiamo, critichiamo e generiamo discussioni.
Purtroppo, molte di queste discussioni scaturiscono da coloro che non leggono nemmeno l’intero articolo, ma si limitano a leggere il titolo per sentirsi parte della discussione e parlare ad alta voce.
Oltre a noi lettori, ritengo che la colpa di tutto questo sia anche degli algoritmi presenti su Internet.
Essi ci mostrano solo le notizie con cui abbiamo interagito di più, eseguendo così un vero e proprio lavaggio del cervello.
Mentre in passato, con i giornali cartacei avevi la Prima Pagina di copertina e la possibilità di scegliere se comprare un giornale e quale articolo andare a leggere, con la maggior parte dei giovani che oggi leggono più notizie online, questa opportunità non esiste più.
Ciò ci rende sempre più disinformati sulla verità e su ciò che sta accadendo nel mondo, rendendoci incapaci di affrontare i veri problemi.

Ecco alcuni consigli che possono essere utili sia per gli scrittori che per i lettori al fine di affrontare il problema:
Lettori
• Leggere l’intera notizia: Prendetevi il tempo necessario per leggere l’intero articolo e comprendere il contesto prima di trarre conclusioni o partecipare a discussioni. Evitate di basare il vostro giudizio solo sul titolo o su estratti parziali.
• Evitare discussioni inutili: Se una notizia non vi piace o non concordate con essa, potete semplicemente lasciare la pagina e non seguirne ulteriormente il contenuto. Evitate di innescare discussioni che possono degenerare in polemiche inutili o contribuire a diffondere disinformazione e odio.
• Non idealizzare le celebrità: Ricordatevi che le celebrità sono esseri umani come tutti gli altri, con difetti e fragilità. Evitate di giudicarle in modo eccessivo e di considerarle come simboli di perfezione. Concentratevi piuttosto su aspetti più rilevanti e positivi delle loro carriere o del loro lavoro. Per quanto possano esserci limiti su quello che possono fare, bisogna ricordare che tutti commettiamo errori e che nessuno è perfetto.
• Evitare reazioni sproporzionate: Prima di reagire in modo impulsivo o difensivo a un commento o a una notizia che contraddice il vostro punto di vista, cercate di comprendere il punto di vista dell’altro. Tenete presente che le conversazioni online possono essere limitate e che molte sfumature della comunicazione si perdono. Se necessario, evitate di proseguire una discussione che potrebbe portare a confronti aggressivi o insensati. Segnalate eventuali contenuti inappropriati o incitanti all’odio alle piattaforme di social media.
Scrittori
• Fornire informazioni accurate: La verità e l’accuratezza sono fondamentali nel giornalismo. Assicuratevi di condurre ricerche approfondite, verificare le fonti e presentare informazioni veritiere e affidabili nei vostri articoli.
• Promuovere la diversità di opinioni: Offrite spazio alle diverse prospettive e opinioni, promuovendo un dibattito costruttivo e aperto. Evitate di cadere nell’estremismo o nel regime, cercando invece di fornire una visione completa e imparziale degli argomenti trattati.
• Essere responsabili del proprio lavoro: Assumetevi la responsabilità delle vostre parole e delle conseguenze che i vostri articoli possono avere. Mantenete un alto standard etico nel vostro lavoro giornalistico, evitando di diffondere disinformazione, oltraggi o contenuti dannosi.
• Consapevolezza dei social media: Tenete presente che i social media possono essere un luogo in cui le discussioni sono facilmente manipolabili e influenzate da bot o troll. Assicuratevi di controllare le fonti dei commenti o delle informazioni che si diffondono sui social media e mantenete una certa moderazione nell’includere contenuti provenienti da tali piattaforme.
• Rispetto per la privacy e l’umanità delle celebrità: Mentre è legittimo riportare notizie riguardanti le celebrità, cercate di farlo in modo rispettoso e senza eccessiva enfasi sui piccoli errori o sulle controversie personali. Ricordate che anche le celebrità meritano rispetto per la loro privacy e dignità umana.
Lettori e Scrittori
• Compassione e rispetto: Sia i lettori che gli scrittori devono trattare le persone con compassione e rispetto. Evitiamo di scagliare pietre su coloro che commettono errori minori e cerchiamo di distinguere tra errori isolati e comportamenti dannosi o offensivi.
• Limitare le controversie: Diamo un peso adeguato alle questioni che veramente meritano di essere discusse e ci indignano. Rendiamo evidente il numero reale di persone coinvolte o offese da un evento, evitando di amplificare situazioni in cui le discussioni sono iniziate artificialmente o sono guidate da bot o troll.
• Responsabilità con le segnalazioni: Se individuiamo comportamenti che incitano all’odio o al cyberbullismo, segnaliamoli alle piattaforme appropriate. Evitiamo di dare loro pubblicità e non diffondiamo i loro messaggi, in quanto ciò alimenterebbe l’attenzione e potrebbe incoraggiare altri a seguirne l’esempio.
• Riflessione sul potenziale impatto: Prima di scrivere o commentare su un argomento che potrebbe danneggiare la vita di qualcuno, riflettiamo attentamente sulle possibili conseguenze. Chiediamoci se la persona coinvolta merita veramente di essere presa di mira e se il nostro contributo aggiunge valore alla discussione o se potrebbe solo infliggere ingiustizia.
• Boicottaggio mirato: Se decidiamo di boicottare qualcuno per i loro comportamenti inappropriati, concentriamoci sulla persona specifica e non generalizziamo a tutto il progetto o alla comunità. Rispettiamo il lavoro di coloro che hanno contribuito al progetto e distinguiamo l’individuo dalle altre persone coinvolte.
Adottare queste pratiche può contribuire a creare un ambiente mediatico più equilibrato, rispettoso e informativo, in cui i lettori possono fare scelte consapevoli e gli scrittori possono promuovere un’informazione di qualità.
Voglio inoltre condividere questo altro video di 3 minuti che aiuta a capire il nostro modo di informarci.
NOTA: Il video è in inglese, ma puoi selezionare sottotitoli in Italiano dal menù.
So che non siete tutti così.
Ho visto molte pagine dare un buon esempio, come pagine di film come Cinefact oppure di videogame come The Games Machine e il canale di Breaking Italy , che hanno scelto di non adottare il modello Clickbait, mettendo la loro dignità al di sopra del denaro.
Queste pagine trattano comunque argomenti controversi, ma cercano sempre di chiarire ciò di cui parlano, presentando prove concrete e invitando le persone a riflettere prima di giudicare.
Quasi in conclusione, vorrei rivolgermi a voi: giornalisti, autori di pagine e profili social, e blogger.
Avete la libertà di scrivere ciò che volete, ma siete anche consapevoli dell’effetto che i vostri articoli hanno sulle persone che li leggono.
Se tali articoli limitano la libertà degli altri, allora non si può parlare di vera libertà.
Voi siete i custodi dell’informazione e avete il dovere di fornirci conoscenza, di dirci cosa è il vero dal falso.
Vi chiederete se evitare il gossip significhi non avere più nulla da scrivere, ma non è così.
A voi che trattate di spettacolo, utilizzate il vostro potere mediatico per promuovere principalmente cause nobili:
• Aiutate i talenti emergenti a ottenere maggiore visibilità.
• Informateci su come possiamo sostenere gli artisti in difficoltà.
• Pubblicate tutorial su scrittura, regia, disegno o qualunque creazione artistica.
• Offrite una base di conoscenze a coloro che non sono esperti in determinati argomenti.
• Promuovete più iniziative di crowdfunding (un processo collaborativo in cui le persone contribuiscono finanziariamente) o progetti che meritano più attenzione.
• Sostenete i creatori e coloro che vogliono contribuire in modo costruttivo nel campo artistico.
L’arte e l’intrattenimento, in particolare il cinema e le serie TV, dovrebbero essere qualcosa che unisce le persone, un luogo in cui si mettono da parte le differenze anziché alimentarle.
L’arte può essere apprezzata in ogni sua forma: ha un lato luminoso e oscuro, può farci ridere o piangere. Richiede impegno e fatica, ma è sempre qualcosa che ci fa sentire umani, sia nei momenti di felicità che di tristezza.
Per coloro che hanno avuto la pazienza di leggere fin qui, desidero ringraziarvi per aver dedicato tempo a questa lettera.
Vi chiedo, se vi è piaciuta, di condividerla sulle vostre pagine e magari farla conoscere a qualche giornalista che potrebbe ancora cambiare idea.
Siete liberi di darmi feedback e consigli.
E se conoscete qualche giornale o blog che non adotta il clickbait, fatemi sapere.
Con questo, concludo la mia lettera, porgendo a tutti voi i migliori saluti e augurandovi buona fortuna.
MATTIA CAPASSO
